Se siete lettori abituali di queste pagine il nome di Fabio Guaglione con ogni probabilità non vi suonerà nuovo. Nei mesi scorsi abbiamo intervistato più volte e regista e sceneggiatore milanese in occasione dell’uscita di alcuni volumi della sua serie Quarantine Prophets pubblicata da Panini & Harper Collins, tra volumi a fumetti e romanzi. Probabilmente, anche se non bazzicate da queste parti (male!) in questi giorni avrete sentito il nome di Guaglione associata alla futura produzione italiana di un live action sull’Uomo Tigre. Non è tuttavia di questo che vi parleremo oggi, ma di Mr. Evidence, graphic novel in volumi pubblicata da Bonelli. 

Guaglione, affiancato da Adiano Barone ai testi e da Fabrizio Des Dorides ai disegni, ci porta negli States in quello che all’apparenza sembra un normale (sempre che ne esistano di normali) istituto per pazienti psichiatrici. Prima ancora di addentrarsi nella lettura, tuttavia, emerge la cura editoriale del progetto che si manifesta oltre le tavole attraverso un design da dossier che accompagna ogni elemento editoriale del volume, dall’indice ai redazioni conclusivi che si propongono come schede rercuperate dall’archivio dell’istituto che si chiama, suggestivamente, Mulholland Institute. 

Come intuibile, dunque, le suggestioni cinematografiche abbondano, sottolineate dagli stessi autori, e spaziano dalle serie investigative procedurali come Sherlock della BBC passando per Criminal Minds e Mindhunter (mentre io dal canto mio ci aggiungo anche un pizzico di Agatha Christie riletta in salsa sovrannaturale). 

Al centro dell’intreccio Guaglione e Barone pongono un gruppo di individui, pazienti dell’istituto caratterizzati da disturbi psichici che tuttavia li rendono al contempo socialmente disfunzionali e capaci di cogliere risvolti cognitivi ed emotivi preclusi al resto della popolazione. Va ri conosciuta alla coppia di autori un’ottima sensibilità nella gestione del loro cast di personaggi, che si muovono sul confine dello stereotipo classico dell’autismo ad alto funzionamento (quello scimmiottato da Sheldon,Cooper per intenderci) senza mai scivolarci dentro, sorretti da un evidente lavoro di documentazione e approfondimento della dimensione clinica e scientifica, poi mixata in salsa thriller. 

L’esempoio più evidente di questo approccio è Mr. Truth, ovvero Frederick Foster, protagonista a cui dobbiamo l’appellativo di miss o mr. affibiato ad ogni altro personaggio o situazione (abitudine tarantiniana declinata in salsa psichiatrica), maniaco del controllo e dotato di una memoria eidetica che gli consente di assimilare un’immagine mentale di tutto ciò su cui posi lo sguardo, incluse pagine di libri che memorizza per rileggere successivamente nella mente (perfetto esempio di quel mix di scienza e immaginazione cui accennavo poco fa). 

L’ottima riuscita dei primi due volumi può essere testimoniata anche solo dal fatto che per buona parte delle circa 160 pagine che li compongono la vicenda si svolge interamente tra le mura dell’istituto, senza mai tuttavia perdere ritmo o calare di tensione. Merito anche dei disegni di Fabrizio Des Dorides (che non conoscevo ed è stata un’ottima scoperta). Non è semplice gestire diverse pagine di talking heads (vignette in cui semplicemnte i personaggi parlano tra loro), ma Des Dorides se la cava egreggiamente curando le espressioni e la postura dei corpi, sempre molto naturali, e ponendo un’attenzione ossessiva, ma indispensabile, alla gestualità e alla prossemica, raccontando per immagini  tutto quello che non si può affidare al testo. Il risultato è una sinergia tra parole e disegni tra le più efficaci nelle mie letture recenti.

D’altra parte, se l’universo narrativo immaginato da Guaglione per Panini aveva una chiara declinazione supereroistica, la collaborazione con Barone per Mr. Evidence ha i tratti più evidenti del thriller psicologico o alla Shyamalan (sì, sto pensando a Split) in cui gli indizi per la risoluzione del mistero sono esposti dalle menti fuori dall’ordinario del gruppo, ma spesso sono nascosti in bella vista nelle tavole di Des Dorides. 

Muovendosi su un’intuizione di Fabio Resinaro, Guaglione e Barone si sono mossi su un terreno accidentato e potenzialmente pericoloso, ma ne emergono vincitori grazie a un approccio rigoroso e saldamente redicato nello studio della materia. Valore aggiunto sono le matite di Des Dorides, precise nel trasmettere le molte emozioni del non detto, perfettamente supportate da ampio team di validissimi professionisti del colore (Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Adele Matera, Beatrice Galli) attraverso la cui palette emergono chiare e distinte le atmosfere che connotano la trama di Mr. Evidence. Mentre ricordi spariscono e le morti senza spiegazione si accumulano, lo strano gruppo di protagonisti (eredi moderni di quell’elogio della diversità nato su carta con Doom Patrol e X-Men) si muove tra le vignette di una graphic novel che dimostra il buonissimo stato di salute del settore, ma anche una meno scontata capacità di innovare nel solco della tradizione da parte di Sergio Bonelli Editore. 

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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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